Sono una pessima blogger e me ne rendo conto. E’ che non mi vengono spesso delle belle idee quindi impiego qualche mese per metterle a posto e fare un post in cui ho da dire qualcosa di sensato. Non sono completamente sicura che quel momento sia arrivato ma ci provo, mossa dallo spirito propositivo dell’anno nuovo.
Punto della situazione: terzo anno di università. Metterlo nero su bianco fa uno stranissimo effetto, sono successe e cambiate così tante cose in questi due anni e mezzo, è difficile star dietro alla propria vita. Se la prendiamo giorno per giorno non ci sembra niente di che, ma sul lungo periodo ci rendiamo conto di quanto può essere imprevedibile la nostra storia, il nostro percorso. Ed ogni volta che mi sembra di aver capito dove stavo andando mi rendo conto che nulla rimane in equilibrio troppo a lungo. Dopo l’intensa e soddisfacente sessione di settembre ero esattamente in quella fase, convinta di essere sul pezzo, di aver trovato il mio inamovibile equilibrio. Ed è a quel punto che l’amore arriva a romperti i coglioni, prende la tua solidità psicologica e la scaglia per terra, la calpesta, la maltratta, ci sputa sopra e la fa in mille pezzi dicendoti “mo’, ricominci da capo e non più da sola ma con un’altra persona”. Dopo un anno di deliri e lotte in cui a fatica hai imparato a stare con te stessa e ad apprezzarlo, a credere nelle tue potenzialità. No, lui no, arriva e manda tutto in vacca. Ed è tutto un farfalle nello stomaco, sorridere sempre ed immotivatamente quando lo vedi, pensarci ogni secondo, evadere da alcune responsabilità per passarci del tempo assieme. Proprio così, insomma.
Ci scherzo sopra, ma la cosa non è che non mi abbia fatto riflettere. Tutta questa felicità improvvisa che mi ha travolto è stata uno tsunami, un’ondata di benessere da gestire. Stare con una persona può comportare il fatto di dover prendere delle decisioni che non riguardano solo noi stessi, comporta il fatto di cambiare routine magari, di cambiare il proprio modo di affrontare delle situazioni. Comporta un sacco di fottute picconate al famigerato equilibrio interiore di cui parlavamo poc’anzi. Non è una cosa negativa. Mi rendo conto che si tratta di una nuova avventura, un nuovo percorso da intraprendere e di un differente equilibrio da trovare dentro di sé, un equilibrio che include qualcun’altro e per questo è ancora più prezioso e più fragile.
Come conciliare due diverse fonti di serenità in modo da mantenere l’equilibrio o trovarne uno nuovo?
In generale ho pensato che una persona può ambire a due grandi tipi di felicità, due tipologie di benessere che devono andare a braccetto, devono coesistere. Il primo è quello legato allo stare con gli altri, all’avere rapporti di valore, non solo con un compagno/a ma anche di amicizia. Ciò non significa essere circondati di amici o essere necessariamente in una relazione ma poter collezionare momenti positivi e rapporti positivi con le persone, arricchirsi da un punto di vista affettivo e relazionale. Per questo avere un rapporto profondo con una persona, se è sano, se funziona e ti dà energia può essere molto importante, perché ti insegna un sacco di cose su te stesso e sull’altro, ti permette di cambiare, di capire e di far entrare qualcuno nella tua sfera di benessere. Un tipo di rapporto del genere ti fa toccare più da vicino qualcosa che assomiglia all’altruismo perché accetti di sacrificare questa tua area di comfort per stare con qualcun’altro, accettando di fare fatica, accettando di innamorarti e di lasciarti cambiare un pochino, accettando la paura legata al dover proteggere, accettando il fatto che qualcuno voglia proteggerti. Nonostante tu possa rimanere completamente indipendente, nel tuo cammino, hai una persona speciale che ti tiene per mano per ricordarti che puoi farcela. Questo significa che ti può spaventare la mancanza, la distanza, che le tue abitudini cambieranno e se anche la cosa ti disturberà perché sentirai di non avere più un solido appoggio a terra, allo stesso tempo ti sembra di volare e non vuoi farne a meno. Poter avere una relazione del genere ti introduce al fatto di dover affrontare nuovi ostacoli, al fatto di sentirti persa, o di aver paura di perderti e non sapere più bene cosa vuoi per te stessa. Come dicevo ogni nuova avventura, ogni nuovo universo che ci si apre innanzi ci mette davanti lati negativi e lati positivi, nuove strade, nuove sensazioni e nuove difficoltà, il bello è anche questo.
Ed è da qui che collego il benessere legato alle persone ed ai rapporti ed il benessere legato alla gratificazione personale. Siamo tutti d’accordo col fatto che una relazione non sia sana se uno dei due o entrambi finiscano per sacrificare completamente la propria vita all’insegna di quella di coppia, se abbandonassero tutti gli obiettivi, le aspettative su sé stessi, i progetti per rintanarsi in una felicità apparente, in una nuova e più viziata area di comfort in cui fuggire dalle proprie paure, responsabilità, in cui trovare una scusa o un’alternativa ai propri insuccessi. Una relazione del genere sarebbe destinata a rendere infelici le persone coinvolte ed a marcire lentamente.
Per questo dico che bisogna che ci si concentri su entrambi gli aspetti. Non usare l’altra persona per nascondersi da sé stessi, non usarla come pezza per la propria insoddisfazione personale ed allo stesso tempo lasciare che questa “entri nel vostro piccolo strano mondo”. Credo quindi che sia importante condividere obiettivi, idee, condividere una certa visione della vita e stimolarsi a vicenda. Già tempo fa avevo scritto un post in cui dicevo che per stare con qualcuno l’ideale sarebbe che ognuno dei due percorresse la sua strada, ma che le due strade andassero in parallelo. Stare insieme è essere amici, essere una squadra, è supportarsi e volere il bene proprio e dell’altra persona.
Significa che ti svegli al mattino e guardandogli il viso addormentato non puoi che essere grata, non sai a cosa, ma sei solo grata di poterti svegliare accanto a lui. Significa che vi alzate dal letto a fatica e andate a studiare, frustrati e stanchi, ogni giorno fino alla fine della sessione e ogni esame passato si festeggia al ristorante.
Una cosa così.
Camilla